Per Insufficienza Venosa Cronica (IVC) degli arti inferiori si intende un insieme di sintomi conseguenti ad un difficoltoso ritorno del sangue venoso dalle gambe verso il cuore causata dalla dilatazione e/o dal mancato funzionamento dell’apparato valvolare delle vene superficiali degli arti inferiori.

Le varici, in particolare, sono dilatazioni permanenti della parete delle vene.

Il numero di gravidanze, l’uso degli anticoncezionali orali e il sovrappeso contribuiscono alla loro formazione. La familiarità, il tipo di lavoro (che comporti ortostatismo o sedentarietà) e la stipsi cronica sono altri fattori che ne favoriscono l’insorgenza.

Costituiscono indicazioni all’intervento chirurgico i casi IVC nei quali la terapia farmacologica (capillaroprotettori) e fisica (elasto-compressione) non siano più in grado di prevenire o limitare l’evoluzione della malattia e le eventuali complicanze associate.

Negli ultimi anni il trattamento chirurgico della patologia venosa varicosa ha subito una progressiva, ma sostanziale, evoluzione verso la mini-invasività. Tali cambiamenti delle tecniche hanno permesso non tanto il raggiungimento di una maggiore radicalità della procedura, nel senso di abolizione del reflusso, ma, certamente, un recupero post-operatorio sempre più rapido ed una riduzione delle complicanze peri- e post-procedurali. Per tale motivo le attuali linee guida internazionali raccomandano come trattamento di prima scelta dell’insufficienza venosa cronica molteplici tecniche, variamente integrabili tra loro in base alle condizioni del paziente, allo stato locale grandezza delle vene, alle scelte dell’operatore.


Trattamento Laser endovenoso

Si tratta di una procedura che utilizza l’energia luminosa del Laser trasformata in calore per provocare l’obliterazione delle vene trattate. L’intervento viene attuato abitualmente in anestesia locale per tumescenza (infiltrazione), per anestetizzare soltanto l’area da trattare. Sotto guida ecografica  viene inserita, previa piccola incisione cutanea, una speciale fibra laser nella vena malata; una volta controllata la posizione ecograficamente si eroga l’energia laser ritirando la fibra per la lunghezza della vena da trattare determinando così la chiusura della stessa definitivamente.

Trattamento MOCA

Questo dispositivo sfrutta l’azione combinata di una “guida motorizzata” (rotazione a velocità variabile del catetere Clarivein che provoca l’injuri tissutale dell’intima venosa) e del liquido sclerosante (Atossisclerol 2%) garantendo così una chiusura efficace del tratto di vena trattato senza l’ausilio di una anestesia tumescente.

Tecnica Vene (Venabloc)

Tecnica endovascolare con occlusione delle vene patologiche attraverso l’introduzione di colla biocompatibile, in tale modo le pareti venose collabiscono ed aderiscono tra loro bloccando il reflusso sanguigno.

Tecniche complementari intraoperatorie

Per l’eliminazione di varici tributarie, sempre in anestesia locale, potranno essere eseguite le seguenti procedure: Flebectomie (ministripping/legature attraverso piccole incisioni); Scleroterapia con schiuma (iniezione inravenosa di agente sclerosante preparato con tecnica che ne consenta una prolungata permanenza).

Tutti gli interventi hanno una durata tra i 30 e i 60 minuti e si svolgono in REGIME AMBULATORIALE.

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